21 Novembre 2024

Sergio Scalia

Dal Municipio Roma V

CENTRO CARNI

Il Centro Carni di Viale Togliatti

Nell’agosto del 1975 chiudeva il mattatoio di Testaccio e gli operatori si trasferivano nel nuovo Centro Carni di Viale Togliatti. Il nuovo stabilimento si estende su un’area di 23 Ettari e per realizzarlo il Comune spese oltre 350 Mld   di lire, pari a oltre 175 milioni di €.

Il Centro carni, tra maestranze e indotto dà occupazione a oltre 1000 lavoratori, i moderni impianti di macellazione e la presenza costante dei veterinari ASL hanno assicurato in questi 40 anni una fornitura di carni sempre garantite sul piano della sicurezza sanitaria, cosa che non avviene in molte zone dove prevalgono fenomeni di macellazione clandestina o poco controllata. Il Centro carni di Roma rappresenta una delle poche strutture a livello nazionale per gli interventi in caso di epidemie animali (Interventi effettuati per la Valle del Sacco, Brucellosi e altro).

Anche grazie all’impegno del precedente direttore Ciminelli, nel 2018 è stato rilasciato per la prima volta il bollo CEE definitivo (dopo 40 anni di autorizzazione provvisoria) dopo una visita accurata degli ispettori europei, che hanno riconosciuto tale struttura come una delle migliori in Europa.

Centro Carni

Inoltre, la funzione annonaria dello stabilimento ha svolto un ruolo di calmiere dei prezzi assicurando ai romani un assortimento di prodotti a un prezzo che risulta tra i più bassi a livello nazionale ed europeo ed oggi la struttura di viale Togliatti rappresenta un “bene comune” per l’alimentazione e la salute dei cittadini romani. La produzione si è anche specializzata per fornire carne alle comunità ebraiche ed islamiche, ottenendo tutte le autorizzazioni necessarie per le macellazioni rituali. In questi ultimi anni la produzione di carne è aumentata passando dai circa 14mila capi all’anno del 2010 agli oltre 100mila del 2019.

Nell’area del Centro Carni lavorano:

  • Oltre 50 operatori grossisti, che in questi anni hanno allestito a loro spese gli spazi assegnati, investendo notevoli risorse private (da 100 a 800mila €) e che impiegano da 10 a 20 dipendenti ognuno;
  • circa 200 lavoratori del Consorzio di Cooperative CSA che gestisce i servizi di macellazione e trasporto autorizzato su concessione del Comune. Questi lavoratori hanno dovuto combattere in questi anni contro il trasferimento al CAR di Guidonia, che avrebbe eliminato del tutto il servizio di macellazione, con il loro licenziamento. Il Comune ha emesso un nuovo bando per la concessione che era scaduta, a cui ha partecipato solo il Consorzio di Cooperative CSA. Nel bando il Comune ha comunque ridotto ulteriormente il budget a base di gara rispetto a quello stanziato dall’ex Commissario straordinario Tronca, che costringerebbe i lavoratori a ridurre la paga e i servizi forniti. Il Consorzio fornisce infatti anche i servizi di emergenza per il recupero di carcasse in tutto il Lazio (dai delfini spiaggiati agli animali morti in aree pubbliche);
  • Esistono poi oltre 1200 permessi di accesso lavorativo al Centro Carni, che riguardano operatori esterni che acquistano e movimentano la merce.

Il conferimento ad AMA

Purtroppo, in questi ultimi anni operatori e lavoratori hanno dovuto difendere lo stabilimento dai tentativi di speculazione edilizia concretizzatisi sotto la Giunta Alemanno con un piano di assetto che prevedeva oltre 2000 appartamenti, con palazzi di 15 piani e con la Delibera del Consiglio Comunale n. 81/2010 che cedeva l’area all’AMA per ottenere un prestito dalle banche, con una procedura che a tutt’oggi presenta alcuni lati oscuri.

Centro Carni

Infatti, non si sa se sia stata completata la trasformazione del Centro carni da bene indisponibile a bene disponibile.  Inoltre, la Delibera 81/2010 poneva alcune condizioni prima che l’area potesse passare nella disponibilità di AMA. Risulta però che AMA ha posto a garanzia l’area come suo patrimonio nel 2010, mentre tutte le condizioni previste sono state soddisfatte solo nel 2015.

Per sventare i pericoli di cementificazione dell’area, il “Coordinamento Popolare contro la speculazione sul Centro Carni” ha raccolto oltre 8 mila firme presentando nel 2013 una Delibera di iniziativa popolare, che chiedeva di far tornare al Comune di Roma il possesso dell’area, revocando la Delibera 81 del 5 agosto 2010.

Centro Carni

L’AMA, non potendo restituire i 100 milioni avuti dalle banche quando ha fornito a garanzia la struttura del Centro Carni, ha affidato ad un Fondo Immobiliare SGR (Società di Gestione Risparmio) di BNP Paribas l’incarico di valorizzare il bene e di ricavarne gli importi dovuti. Fino ad oggi BNP si è opposta allo sviluppo di ulteriori strutture e all’affitto degli spazi inutilizzati.

Ad ottobre 2017 la Giunta Comunale incaricò Risorse per Roma di avviare con i comitati e le associazioni del territorio un processo di partecipazione chiedendo cosa avrebbero voluto al posto del Centro Carni. Ma tutti i comitati presenti hanno risposto che avrebbero preferito mantenere e sviluppare il Centro Carni perché rappresenta un bene comune per il territorio e per la città di Roma.

L’11 dicembre 2017 la Giunta Raggi ha approvato una Memoria dell’Assessore Meloni che ha di fatto cancellato tutte le precedenti indicazioni sulla salvaguardia del Centro Carni come bene comune, espresse dal Consiglio del V Municipio e dalle mozioni sottoscritte dai consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione.

Nel testo della memoria si precisa infatti che un Centro Carni pubblico non potrà mai raggiungere la produttività e il profitto di quelli privati e che bisogna tornare alle finalità con cui la Delibera 81 di Alemanno aveva conferito il Centro Carni ad AMA, cioè la valorizzazione urbanistica (speculazione edilizia) dell’area. I lavoratori e il Coordinamento popolare hanno manifestato prima in Consiglio Municipale e poi davanti all’Assessorato contro questa scelta.

Con quella Memoria viene anche creata una Cabina di regia presieduta dall’Assessore al Bilancio Lemmetti, che deve valutare le possibili soluzioni per l’area del Centro Carni.

All’area complessiva del Centro Carni era stato riconosciuto un valore di 137 milioni di € legato alla valorizzazione immobiliare e tale valore ad ottobre 2019 è stato ridotto a 31 milioni dagli Istituti di valutazione bancaria, sia per le difficoltà del mercato immobiliare, sia per le difficoltà di liberare l’area e per i contenziosi che si aprirebbero. Questa svalutazione immobiliare complica il bilancio di AMA in un momento delicato della partecipata. Nel 2020 il valore iniziale è stato ripristinato con l’impegno della Cabina di regia a riesaminare i progetti di valorizzazione dell’area. Abbandonato per il momento il progetto degli immobili residenziali, si è infatti avviato uno studio per l’utilizzo dell’area come centro di raccolta e spedizione per l’e-commerce, sul modello dei centri Amazon oppure come hub logistico, continuando ad ignorare le proposte degli operatori e del Coordinamento popolare.

L’unica possibilità di recuperare il debito AMA e di far tornare l’area del Centro Carni al Comune di Roma (Come richiesto dalla Delibera di iniziativa popolare e da alcune proposte all’odg del Consiglio Comunale) resta quella di uno sviluppo produttivo del Centro Carni che può portare fino a 5 milioni l’anno di utile e alla cessione della struttura attualmente utilizzata dal Mercato dei Fiori.

Le ipotesi di trasferimento al CAR di Guidonia

Per liberare gli spazi oggi utilizzati nel Centro Carni, si decise con alcune delibere di trasferire al CAR di Guidonia gli operatori grossisti eliminando del tutto l’impianto comunale di macellazione oggi gestito da una Cooperativa di lavoratori.  Anche con la Giunta Marino, pur cancellando il vecchio piano di edificazione, si è insistito per il trasferimento degli operatori presso il CAR di Guidonia in un’area pari ad 1/15 dell’attuale e senza impianto di macellazione, ma il Consiglio Comunale nel 2014 ha bloccato, in fase di discussione del bilancio, il conferimento di fondi al CAR per realizzare questo sito alternativo e con l’Assessore Leonori sono stati poi stipulati i nuovi contratti di affitto degli operatori per 6 anni più 6, mettendo fine per il momento ai tentativi di vendita e di sgombero dell’area.

Dopo circa 10 anni di mancato utilizzo delle aree, prendendo atto della volontà più volte ribadita dagli operatori del Centro Carni di non accettare il trasferimento a Guidonia, il CAR ha deciso di destinare ad altri scopi commerciali gli spazi che erano stati previsti per il trasferimento a Guidonia del Centro Carni ed è quindi necessario modificare anche le delibere comunali che continuano a prevedere il trasferimento a Guidonia del Centro Carni di Viale Togliatti.  Una volta chiariti ruoli e competenze, può anzi essere utile studiare meccanismi di integrazione e di sinergia tra queste 2 importanti strutture alimentari ed annonarie, per incrementare un sano sviluppo agroalimentare dell’area romana e del Lazio.

Potenzialità e sviluppo produttivo della struttura

I lavoratori, gli operatori e il Coordinamento popolare hanno presentato un progetto di rilancio e sviluppo della struttura, che oggi perde un milione di euro all’anno. La struttura può essere trasformata in un vero e proprio Mercato all’ingrosso, producendo un consistente attivo (fino a 5 milioni di € annui) per il Comune.

Centro Carni

Nel progetto sono previsti sia interventi di sviluppo produttivo, sia interventi sulle fonti energetiche alternative e sull’economia circolare.  La proposta prevede:

  • Il pieno utilizzo degli spazi coperti oggi inutilizzati per gli scopi mercatali (circa 20mila mq di plateatico + 11mila mq occupati gratuitamente da altri uffici di Comune, AMA ed ASL), affittandoli alle tariffe comunali a quegli operatori delle carni che ne hanno già fatto richiesta.
  • Il pieno utilizzo degli spazi ad uffici (5mila mq) oggi inutilizzati, per affittarli ad uffici.
  • L’avvio di un centro di formazione professionale per gli addetti alla lavorazione delle carni, a carico degli stessi operatori.
  • L’installazione nel macello comunale di un “Classificatore” (strumento che seleziona automaticamente le caratteristiche dei suini), indispensabile per la bollatura di qualità del prosciutto, come richiesto dagli stabilimenti di trasformazione.
  • Un processo promosso dalla Regione Lazio d’intesa con gli allevatori per la definizione di un marchio IGP Centro Carni per le carni del Lazio, che ne attesti la provenienza, la sicurezza sanitaria e la qualità di macellazione.
  • La realizzazione del nuovo Mercato dei fiori in uno spazio oggi utilizzato da AMA per deposito mezzi, liberando l’attuale struttura di via Trionfale, visto che gran parte degli operatori hanno dato la disponibilità a spostarsi nella nuova struttura, purché non si parli del CAR di Guidonia.
  • La copertura con pannelli fotovoltaici degli oltre 30mila mq di tetti, con una produzione prevista di circa 7 GWh/anno, maggiore di quella prodotta a Commercity, che fornisce energia all’intero complesso ed a tutta l’illuminazione pubblica della zona.
  • L’installazione di un Digestore anaerobico, che produrrebbe gas dagli scarti della macellazione e dai residui vegetali del servizio giardini.

Svalutazione dell’area e possibile ritorno al Comune

Il 19 marzo 2021 si è svolta una Commissione Urbanistica sul Centro Carni e l’Assessore al Bilancio Lemmetti ha consegnato il verbale con le conclusioni della Cabina di regia costituita nel 2017 e che in questi anni ha esaminato le tre proposte sul futuro del Centro Carni presentate dalla SGR con BNP Paribas, dagli operatori del Centro carni e da componenti della commissione per un hub logistico.
Secondo il progetto delle banche era possibile recuperare i circa 140 milioni indicati per il valore dell’area soltanto se fosse stato approvato il progetto di Alemanno con un nuovo quartiere residenziale di 2000 appartamenti e relative strutture commerciali. In ogni altro caso il valore dell’area sarebbe diminuito notevolmente. Il progetto di Alemanno avrebbe richiesto una complessa procedura urbanistica e sarebbe andato contro le indicazioni espresse dal Consiglio comunale, dal Consiglio del municipio e dalle associazioni del territorio, quindi le banche incaricate della valutazione patrimoniale, visto che in 10 anni non si era avviata nessuna procedura urbanistica, hanno declassato a 23,65 milioni il valore dell’area del Centro Carni di Viale Togliatti. Questa scelta ha determinato un ulteriore buco patrimoniale del bilancio AMA. La Sindaca Raggi e gli Assessori competenti hanno quindi illustrato in una conferenza stampa la necessità di rifinanziare con 250 milioni il deficit AMA, coprendo così anche l’intero valore patrimoniale dell’area di Viale Togliatti. Questa operazione finanziaria è stata approvata dall’Assemblea capitolina il 2 aprile 2021 e occorre ora avviare le procedure per lo scioglimento della SGR e per la riconsegna dell’area al Comune di Roma.

Sviluppo produttivo o hub logistico

Nella conferenza stampa non è stata avanzata alcuna proposta di sviluppo produttivo del Centro Carni, anzi la Sindaca Raggi ha definito il valore dell’attuale situazione come quello di un “campo di cicoria“. Si è quindi deciso per il momento di lasciar sopravvivere una parte del Centro Carni e di destinare 9 ha dell’area ad un hub logistico, la cui valutazione è stata affidata ad un Dipartimento dell’Università La Sapienza. Questo hub logistico dovrebbe fungere da punto di smistamento per tutte le merci destinate al Centro storico. In pratica tutti i mezzi inquinanti a benzina e gasolio che trasportano merci dovrebbero convergere sull’hub Centro Carni, dove i pacchi sarebbero trasferiti su mezzi elettrici più piccoli che raggiungerebbero poi il Centro storico senza inquinare. Nell’hub potrebbero poi essere raccolti e smaltiti gli eventuali imballaggi residui dalle merci smistate. Questo progetto riprende la proposta di impianti fotovoltaici già avanzata dagli operatori del Centro Carni per un’autonomia energetica della struttura. Al momento la Cabina di regia ha scelto questo ultimo progetto inserendolo tra le proposte inviate al governo per gli interventi finanziabili con il recovery Plan ed un importo pari a 300 milioni.
Gli operatori e il Coordinamento Popolare hanno valutato positivamente che si sia smontata una bolla finanziaria fondata su una speculazione immobiliare che avrebbe devastato il territorio e avrebbe privato la città di un bene comune rappresentato dal Centro Carni comunale. Allo stesso tempo ripropongono quel progetto di sviluppo produttivo dell’intera area, che può diventare un Centro Ingrosso delle carni e dei fiori in collegamento con il Centro Ingrosso Alimentari di Guidonia, realizzando in tal senso un sistema pubblico di controllo e di distribuzione per i produttori e per i consumatori del Lazio. Le esigenze di compatibilità energetica ed ambientale sono già presenti nel progetto degli operatori con impianti fotovoltaici e digestore anaerobico. Nulla vieta di riprendere l’idea dei mezzi elettrici per il trasporto delle carni o dei fiori verso il centro della città. Infatti, un hub logistico collocato in un’area pari al 40% dell’attuale Centro Carni non sarebbe sufficiente a smaltire tutte le merci verso il centro, ma porterebbe soltanto un eccessivo concentramento di mezzi pesanti e di inquinamento in questo quadrante, mentre l’impiego di mezzi elettrici per le ditte che già oggi si muovono dall’area di Viale Togliatti verso il resto della città può ridurre l’inquinamento senza crearne di nuovo.

Ultimi aggiornamenti

Venerdì 23 aprile 2021 si è svolta una seduta del Consiglio Comunale sul Centro Carni richiesto dalle forze di opposizione, in cui hanno preso la parola anche i rappresentati del Centro Carni e del Coordinamento Popolare.
Al termine della discussione sono stati approvati degli Ordini del Giorno (uno proposto dal PD e uno dai 5 Stelle), che chiedono entrambi di accelerare le procedure per far tornare l’intera area di proprietà comunale dopo il trasferimento ad AMA degli oneri per coprire la svalutazione patrimoniale. Seppure in diverse forme, entrambi gli O.d.g. chiedono di sottoporre all’esame dell’Assemblea Capitolina ed alla partecipazione popolare tutte le proposte sul futuro del Centro Carni (anche quella sulla mobilità intelligente), tenendo sempre conto del progetto di sviluppo presentato dagli operatori. Nell’O.d.g. proposto dal PD si propone di coinvolgere anche la Regione Lazio e la Camera di Commercio in un progetto di sviluppo produttivo che renda protagonisti sia le istituzioni (Comune e Regione), sia gli attori economici (operatori grossisti, maestranze, allevatori).
Gli O.d.g. sono importanti perché danno delle indicazioni alla Giunta Comunale sul percorso da seguire, ma per concretizzare queste scelte occorrono ora atti e deliberazioni che si muovano nel senso indicato dall’Assemblea Capitolina.

Nel 2022 il Mercato dei Fiori si è trasferito presso il Centro carni per l’inagibilità della vecchia sede di Via Trionfale. Ad oggi opera ina sede provvisoria con tensostruttura, in attesa di una sistemazione definitiva che può essere individuata nell’area utilizzata oggi dai mezzi dell’AMA con ingresso indipendente su Piazzale Pascali.
Nel 2024 non si è ancora completato il passaggio dalle banche ad AMA e da AMA al Comune di Roma, passaggio fondamentale per poter procedere al piano di sviluppo produttivo della struttura e ad un suo utilizzo formativo per le Facoltà di veterinaria a Roma e nel Centro Italia.

AbitareA

Di seguito gli articoli pubblicati sul giornale on-line Abitarearoma.it, che riguardano il Centro Carni

17 maggio 2013    –  Ama procede con la svendita del Centro Carni

25 settembre 2013 – Parte la Delibera popolare per un Centro Carni “Bene Comune”

23 dicembre 2013  – Consegnate 8200 firme per un Centro Carni “Bene Comune”

1 maggio 2014  – Centro Carni. Ancora no alle banche, ma fino a quando?

22 giugno 2014 – Gli operatori del Centro Carni disponibili ad acquisire gli impianti

24 marzo 2015 – Sventata una nuova manovra contro il Centro Carni

11 giugno 2015 – Centro Carni: firmati i contratti di locazione degli operatori per 6 anni + 6

7 febbraio 2016 –Tronca evita la chiusura del Centro Carni

21 agosto 2017 –  Centro Carni: qual è la reale posizione dell’assessore Meloni?

27 settembre 2017 –  Fare chiarezza sul Centro Carni

15 ottobre 2017 – Chiusura del Centro Carni e pericoli per la salute dei romani

5  dicembre 2017 – Non passa in Consiglio comunale la mozione sul Centro Carni

19 gennaio  2018 – Lavoratori e cittadini manifestano per la difesa del Centro Carn

15 febbraio  2018 – Il Campidoglio torni protagonista nella vicenda del Centro Carni

28 Luglio 2019 – Sviluppo e non chiusura. Il Centro Carni in Campidoglio il 31 luglio 

2 Agosto 2019 – Manifestazione del Centro Carni riporta all’Odg il futuro della struttura

24 Maggio 2020 – Nuove nubi sul futuro del Centro Carni 

27 settembre 2020 – Un nuovo magazzino Amazon al posto del Centro Carni?

9 Marzo 2021 – Centro Carni: “Dopo la denuncia sulla speculazione finanziaria, occorre passare allo sviluppo produttivo”

22 Marzo 2021 – Centro Carni. Importanti risultati, ma ancora molte incognite

26 aprile 2021 – Centro Carni: importanti indicazioni del Consiglio Comunale sul suo futuro